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Decimo dono: la preghiera da egoisticale a sacrificale.
1) Il sacrificale dai fratelli nostri. I padroni sacrificatori
dei loro operai. Sono grandi e disgraziati per tutto il
loro piacerale. Il Padre domanda il sacrificale operaio
per salvarli. L’operaio risponde con l’odio associato.
Tentativi marginali della Chiesa: manca il centrale: il
sacrificale operaio.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Il sacrificale lo prego vivendolo in quello che
mi do, in quello che mescolo col beneficale, in quello che
accetto liberamente dai miei fratelli sacrificatori; i figli lo
sono dei genitori. I cristiani lo sono dei sacerdoti, per
abbandono.
I terzi sacrificatori: ‘I padroni sono i sacrificatori dei loro
operai’. Assai diversi dai precedenti.
1) I figli lo sono dei genitori con la forza piacerale.
2) I cristiani lo sono del sacerdote per la caduta fideata.
3) I padroni lo sono degli operai per quel potere economico
che forma la testa e il cervello di una economia
nazionale.
Per questo lo si chiama il capitale, e i detentori: i capitalisti.
Capitale a capacità imprenditoriale danno vita ai
cosiddetti colossi industriali, alle multinazionali. I padroni
chi sono? Sono persone grandi che puntano all’affermazione
del loro potere economico e a dare alla vita nazionale
un indirizzo che valga a espanderlo e a consolidarlo.
Una categoria tutta e solo animata da un amore egoisticale
che ti fa una persona tutta infernale, dedita a tutte le
forme del vivere piacerale.
È suo il piacere della ricchezza, il piacere di un tenore di
vita elevatissimo, il piacere della sensualità mondana che
si piega al suo esercizio sessuale. Il piacere del comandare
e del dominare, il piacere dell’umiliare e dello schiavizzare
i suoi fratelli. La sua potenza si è ancor di più ingigantita
quando la manodopera agricola si è volta al settore
industriale. Quella dei padroni è la categoria più disgraziata,
si è tolta qualsiasi grazia di Dio. ‘Quanto è difficile
che un ricco entri nel Regno dei Cieli!’.
Alla persona non è possibile, a Dio è sempre possibile. Per
accrescere tale possibilità il Padre ama farsi aiutare. Ma da
chi? Da quelli che i padroni sono pronti a sacrificare. Si fa
aiutare dagli operai con il loro sacrificale. E quanto è grande
il sacrificale operaio? Il lavoro mal retribuito, mal difeso
dai pericoli, imposto per un tempo esasperato (sfruttamento),
sempre in pericolo per una azione di licenziamento,
un lavoro carico di umiliazione e di disprezzo. Il
mondo operaio cristiano ha dato una risposta identica a
quello non cristiano. Tutti uniti cristiani e non credenti
hanno risposto con un odio che man mano si fa sempre più
pugnace. Per farsi forti ci si unisce, ci si associa formare la

forza sindacale. In una parte del mondo male guidato passa
alla lotta armata per abbattere il capitalismo: è la rivoluzio-
ne di ottobre. La Chiesa si fa dolorosamente preoccupata
della apostasia della classe operaia. Corre ai ripari:
1) Benedice il movimento dei preti operai; ma l’ambiente
operaio li trasforma in sindacalisti forsennati.
2) Dà il via all’associazionismo cristiano: le ACLI, ma il
mondo operaio non fa più ritorno a Cristo.
3) Dà incessante sviluppo alla dottrina sociale ecclesiale,
ma in quel mondo non ha penetrazione alcuna.
Tentativi appassionati, ma non centrati. Occorreva far
giungere la chiamata Paterna di aiuto rivolto agli operai:
aiutatemi a salvare la persona ricca.
E in che modo? Col tuo sacrificale vissuto con amore e
con devozione.
Col sacrificale operaio non avremmo avuto un solo
Marcello Candia, ma chissà quanti. Continua l’opera di
Satana: odio dagli operai, odio dai padroni, fino a quando
lo Pneuma non ci donerà il sacrificale.

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