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Decimo dono: la preghiera da egoisticale a sacrificale.
L’amore sacrificale per l’età sacrificale mi viene da due
segni:
1) Pane e vino consacrati
2) La Parola.
Il primo fa la strada e poi chiama l’amore sacrificale e gli
cede il posto. Non l’ha il primo segno ma il secondo.
Segno sensibile e spirituale. Funzione nuova: Parola veritata
e in più spiritata. Confronto tra Messa e Parola:
cerco, mangio, digerisco, vivo.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco saltar su la preghiera del fare
sacrificale. Lo prego vivendolo: quello che mi do al piacerale,
quello che mi danno i fratelli sacrificatori, quello che
mi dà il corpo mio: sacrificale fisico.
Esso conclude l’età sacrificale tanto odiata dal mio egoisticale.
La posso liberare con quell’amore sacrificale che
mi fa capire quanto vale quell’età.
Lo scorrimento dell’amore in quell’età domanda un segno
sensibile: la Santa Unzione, che mi accresce l’amore sacrificale
e diffonde nel mio sentire la meravigliosa pace
sacrificale. L’amore sacrificale che gestisce l’età sacrificale
viene dal Figlio. L’ha affidata a due segni sensibili:
*) L’uno: il pane e il vino, che dalla consacrazione diventano
Corpo e Sangue di Cristo.
Preso nel corso della vita si è chiamato erroneamente
S.Comunione, mentre se ne può fare solo manducazione e
bibizione. Preso nel sacrificale finale si è chiamato
Viatico. Ma il Viatico non si addice alla partenza dalla
vita, ma al percorso dell’età sacrificale.
Il Viatico dell’età sacrificale mi porta dentro il corpo mio,
nel mio stomaco la materia del sacrificale fisico di Gesù:
il suo corpo dissanguato mi fa dunque entrare il suo sacrificale
fisico. Me lo fa mangiare: manducazione.
Tale manducazione apre la strada al suo amore sacrificale.
Aperta la strada chiama a piena voce e lo attira e calamita
dietro di sé lo spirito di amore Figliale. Al sacrificale ci va
con quell’amore. Con quel sacrificale consegue la sua
metamorfosi Figliale. Il corpo dissanguato non solo fa la
strada e chiama l’amore sacrificale Figliale e lo calamita
dentro, ma gli cede totalmente il posto.
Il pane e il vino col suo carico di corpo dissanguato si consuma
e cade nel nulla: annientamento: la finale del suo
sacrificale fisico. Non attendiamo l’amore sacrificale
Figliale dal corpo dissanguato.
Già non lo può portare perché il corpo dissanguato non ha
più la sua anima o vita del corpo; inoltre dallo stomaco
non lo potremmo prelevare; non può essere veicolato dal
corpo dissanguato.
Gli occorre un segno appropriato: un segno in parte sensibile
e in parte spirituale.
Ce n’è uno solo: la parola, ed è quella di Gesù. Può lo
Pneuma caricarla del suo spirito e me lo può recare sensibilmente
perché la parola risuona al nostro orecchio. Una
funzione Pneumatica nuova. Fu sempre una parola veritata:
ci ha veicolato la verità e continuerà ad esserlo. Ora
incomincia ad essere parola Spiritata: una parola carica
dell’amore Figliale. Il confronto tra i due segni:
1) il primo segno sensibile: pane e vino consacrati mi
danno il corpo dissanguato di Cristo da mangiare e da
consumare.
2) Il secondo segno sensibile: la sua parola, mi dà il suo
spirito di amore sacrificale da vivere soprattutto nell’età
sacrificale.
Due segni sacramentali, due sacramenti: il primo al servizio
di un secondo che lo supera: ‘La carne non giova a
nulla, è lo Spirito che dà la vita’, ‘Le mie parole sono
Spirito e vita’. Dobbiamo quindi cercare la Messa, di più
la Parola. Mangio il corpo dissanguato, ma vivo del suo
spirito di amore sacrificale. Posso perdere la Messa, ma
non lascio la sua Parola. Noi in genere invece siamo fermi
alla Messa. Si domanda se c’è la Messa per andarci, non
si domanda mai la Parola per ascoltare.

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