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Decimo dono: la preghiera da egoisticale a sacrificale.
Terzo accertamento: che il mio sacrificale fisico animato
dall’amore sacrificale sia capace di una assoluzione sulla
morte dell’amore lo desumo dal Cristo che con il suo
sacrificale fisico imprime una alta metamorfosi al suo spirito.
Così pure io col mio sacrificale fisico vissuto con
devoto, silenzioso amore sacrificale.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno, che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Lo prego vivendolo: quello che mi do io, quello
che mi danno gli altri, quello che mi dà il corpo mio. Forma:
il mio sacrificale fisico. Esso ha una forma assolutrice. È lì
per sciogliere la morte dell’amore. Stiamo facendo i necessari
accertamenti:
1) Il costo del sacrificale fisico è altissimo: espropriazione,
dolorosa, avversatissima dall’amore egoisticale. Ma
da solo non basta.
2) La sua capacità gli viene dall’amore Paterno sacrificale
che ho imparato ad usare alla scuola del Padre. Nel
mio fare istintivo di amore di odio l’amore Paterno va
alla morte e ci va con amore silenzioso e devoto a se
stesso. Così io pure vado al mio sacrificale fisico con
amore silenzioso e devoto al Padre.
3) (Nel Padre amore e sacrificale sono ambedue
Pneumatici) Ma ora è urgente un terzo accertamento: il
sacrificale mio è fisico: si compie nella materia corporea,
con la materia corporea.
La assoluzione si compie invece sulla morte dell’amore.
Nel mio sacrificale fisico il corpo morente viene a farsi
davanti alla morte dell’amore. Come può l’infima materia
corporea ergersi fino a raggiungere, a toccare, a sciogliere
la morte dell’amore nella sua sommità Pneumatica? (Il
terreno per il seme è morte e vita) Può una materia morente
far rivivere un amore divino che si è fatto in morte? La
prova decisiva lo Pneuma me l’ha fatta cercare nel Figlio
Gesù. Se il suo corpo sacrificale c’è riuscito a toccare il
suo spirito apportandovi una manata di qualità nuove,
allora anche il mio sarà capace di toccare la morte dell’amore
Paterno e trasformarlo in vita. Il visualizzato
Figliale mi ha dato da vedere proprio questo. Il suo sacrificale
fisico riesce a toccare il suo spirito facendo scatenare
delle novità metamorfosali.
Il suo spirito si carica, in condenso, di 5 qualità nuove: si
fa espropriabile, cedibile, concepibile, vivibile al sacrificale;
si fa irradiabile e quindi anche ecclesiabile: può fare
Chiesa Figliale con i chiamati.
È vero che Gesù ha perfettamente e generosamente miscelato
il sacrificale fisico con quello morale, messianico e
divino, ma non era sufficiente. La metamorfosalità del
sacrificale fisico gli è venuta esclusivamente dall’amore
Figliale sacrificale che prima lo ha fatto anelare al suo
compimento: anelo al battesimo sacrificale.
Ecco la congiunzione che ha operato la metamorfosi
Figliale: l’amore sacrificale con un corpo da immolare. La
ricompensa al corpo non è mancata: pneumaticizzazione
del corpo della risurrezione.
La prova è assoluta, annienta ogni dubbio.
Io pure dispongo del medesimo amore Paterno sacrificale
in forma concezionale, non personale come nel Figlio. Se
con quell’amore vado al mio sacrificale fisico, è proprio
quell’amore che anima il mio sacrificale a renderlo capace
di un tocco metamorfosale valido a sciogliere la morte
dell’amore trasformandola in vita: è la mia finale e totale
assoluzione del male che coscientemente mi sono fatto
all’amore. Il mio amore sacrificale si relaziona al mio
sacrificale fisico come il terreno si relaziona al seme. Se
marcisce fuori terra è sicuro che non germoglia in vita. Ma
se per azione del terreno si apre al suo germoglio, è vero
che in terra marcisce, ma è altrettanto vero che dalla terra
trae alimento di vita. Se l’amore sacrificale mi invade e mi
permea tutto il mio sacrificale fisico e me lo fa vivere in
silenzio, con amore, in totale devozione al Padre ne ho la
certezza del potere del mio sacerdote: io ti assolvo dal
male che coscientemente ti sei fatto all’amore.

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